domenica 23 agosto 2015

ALL'OMBRA DELLA LUNA - Storia di una strega mezzelfa (capitolo 2)

"Un incontro inaspettato: Lumen l’elfo"

Le persone che frequentavano la biblioteca di Rocciadura erano innumerevoli. Jhoanna non soleva prestare molta attenzione a chi, come lei, si trovava lì immerso nella lettura. Il suo unico pensiero era il prosieguo delle ricerche. 

Aveva appena terminato di ricopiare sul suo taccuino l’oggetto che attirò la sua attenzione fra le pagine del testo che stava consultando. In quel frangente una figura le passò alle spalle, notando con la coda dell’occhio il suo disegno. Si fermò di scatto ed esclamò:  <<Il Wernyr!>>
Jhoanna si voltò repentinamente verso quella voce. Dinanzi a lei vi era un giovane elfo, che con sguardo attonito osservava il taccuino. Indossava vesti scure. La carnagione chiara ne metteva ancor più in risalto i lunghi e lisci capelli corvini.
<<Voi conoscete questo oggetto, messere?>>, chiese Jhoanna all’elfo con aria sorpresa.
Lui si spostò al suo fianco. <<Sì...è un antico scrigno custodito fin da tempi remoti nel regno elfico di Sijhal…scomparso quattro secoli or sono. Al suo interno vi era custodito il Kelar…>>.

La giovane donna ascoltava l’elfo con estrema attenzione, annotando le nuove informazioni che provenivano dalla sua voce.

<<… un’antica runa di sigillo>>, continuò lui. <<Secondo la leggenda, in un tempo ormai remoto, Elwayth, oscura signora del tenebroso regno di Ghorthien, mosse le sue orde demoniache alla conquista di tutte le altre terre, ivi comprese le nostre. Pur unendo le forze, elfi ed umani non furono in grado di contrastare l’immensità della sua potenza.  Per poter porre fine alle sofferenze, non vi fu altra soluzione se non quella di provare a sigillarne l’anima ed il corpo. Ma il prezzo richiesto dal compimento del rituale fu elevato. Per la riuscita dell’impresa i cerimonieri dovettero sacrificare la loro stessa vita>>.
<< E riuscirono nell’intento?>>, gli chiese Jhoanna sempre più interessata a quella antica storia.
L’elfo annuì col capo. 
<<Secondo quanto narrato dalla leggenda, l’anima di Elwayth venne sigillata nel Kelar, affidata poi agli elfi, mentre il suo corpo nel Jelar, consegnato invece agli umani. Se le due parti dovessero venir un giorno riunite, pronunciando poi l’esatta formula, il sigillo verrebbe spezzato, donando la libertà all’oscura regina>>.

<<Avete detto che lo scrigno, ormai, non è più custodito a Sijhal; su questo antico testo vi è scritto che furono gli umani a portarlo via dal regno elfico e che tutt’oggi si trova nelle loro mani ma, io non credo sia accaduto ciò>>.
Il giovane elfo la interruppe, ponendo la sua mano sulla di lei spalla << e nemmeno io>>.

<< Come fate, messere, ad esserne a conoscenza? Potrei sapere chi siete, se non sono troppo indiscreta?>>
Egli le sorrise. <<Oh, perdonatemi milady, che maleducato son stato! Lasciate che mi presenti; il mio nome è Lumen Pharenthir. Ed il vostro? >>. 
<< Sono Jhoanna Loriant >>, rispose lei mentre le sue labbra accennavan ad un sorriso, <<lieta di fare la vostra conoscenza >>.

Pur non riuscendo a spiegarsene il motivo, la giovane alchimista sentiva in cuor suo che poteva porre in lui la sua fiducia. Cominciò a narrargli la sua storia, l’avversione che nutriva per questa guerriglia, la ragione per la quale decise di arruolarsi, le ricerche condotte sul campo di battaglia ed il suo peregrinare di biblioteca in biblioteca senza trarne risultato alcuno, almeno fino a quando non giunse a Rocciadura. 

Considerata la disponibilità della donna, Lumen decise di fare altrettanto raccontandole la sua vita. Era nato, circa due secoli or sono, in una famiglia di elfi oscuri dedita alla stregoneria. Essendone naturalmente predisposto, col passar degli anni, anch’egli ne apprese la nobile e potente arte. Molti dei suoi compagni si unirono nella lotta contro gli umani, ma lui, non approvando quella guerra del cui principio ormai non vi era alcuno che ne fosse a conoscenza, decise di non seguirli. Intenzionato a scoprire quale fu la scintilla che scatenò quella faida, intraprese un percorso di ricerca. Viaggiò di paese in paese, di villaggio in villaggio, sino ad approdare all’amena cittadella nanica.

<<Sapete, messere, sono lieta di aver incontrato qualcuno che condivida il mio stesso pensiero. Avrei un’idea! e se unissimo i nostri sforzi proseguendo le ricerche insieme?>>
<<Perché no! La trovo una splendida idea, milady>>.

Con una vastità di antichi testi a far loro da cornice, presero a scambiarsi le informazioni fino a quel momento raccolte. Giunse l’ora della chiusura e, costretti da un nano borbottone a lasciar la biblioteca, decisero di continuare i loro discorsi alla locanda, dinanzi ad un buon pasto caldo.

Il profumo che fuoriusciva dalla cucina riempiva l’aria della taverna; Jhoanna continuava a rimestare lentamente la zuppa contenuta nel suo piatto con aria pensierosa.
<<Come mai non mangiate, lady Jhoanna? La pietanza non è forse di vostro gradimento?>>, disse Lumen osservandone il ripetuto gesto <<No, direi piuttosto che siete turbata da qualcosa>>.
<<Pensavo al Wernyr. Continua a sovvenirmi in mente il simbolo che vi è sopra inciso, l’ho già visto in passato su di un altro scrigno, alla scuola di alchimia nello studio privato del preside Toranus. Mi ero ivi recata per chiedergli di scrivere per me una lettera di raccomandazioni da consegnare al comandante incaricato dei reclutamenti. Bussai più volte ma non ebbi risposta alcuna. Sbirciai dalla porta socchiusa ed intravidi sul pavimento sedie ribaltate e carte sparse. Temendo fosse accaduto qualcosa di infausto mi precipitai all’interno. Dietro la scrivania, accasciato al suolo, trovai il mio maestro privo di sensi e mi accinsi a prestargli soccorso. 
Ripresosi scattò, preoccupato, verso il dipinto raffigurante l’accademia, togliendolo dalla parete. Con mia gran sorpresa, vidi innestata nel muro una cassaforte. La aprì celandone la combinazione.
Mossa dalla curiosità, non potei fare a meno di osservarne il contenuto. C’era uno scrigno di delicata fattura, con sopra inciso il medesimo simbolo del Wernyr. Vedendolo ancora al suo posto, il mio maestro trasse un sospiro di sollievo. Rammento di averlo sentito mormorare “per fortuna non sono riusciti a trovarlo…solo gli dei possono sapere cosa sarebbe potuto succedere qualora fosse caduto in mani sbagliate”. Dopo di che richiuse la cassaforte e rimise il dipinto al suo posto>>.

<<Ed in merito all’accaduto, non vi diede spiegazione alcuna? Ovvero, siete riuscita a prendere visione del contenuto dello scrigno?>> le domandò Lumen, che fin a quel momento l’aveva ascoltata con somma attenzione.
<<Purtroppo no, richiuse la cassaforte senza aprirlo. Quando gli chiesi la ragione di quel trambusto mi riferì che, quella mattina, ricevette nel suo studio due uomini i quali gli chiesero di conferire per degli affari che volevano proporgli. Ma a quanto pare si trattò di un misero inganno. Alla richiesta di uno dei due di consegnar loro un determinato oggetto, Toranus si rifiutò negando di averlo. I loschi individui non credendo alle sue parole lo tramortirono, in modo da poter agire del tutto indisturbati>>.
<<Potrei supporre milady, che dalla reazione del vostro maestro quanto cercato da quei due bagordi fosse proprio lo scrigno celato dietro il quadro>>.
<<È quanto pensai anch’io, pur se il mio vecchio mentore non me ne diede conferma. Avevo oramai obliato quell’episodio, ma l’immagine del Wernyr che ho veduto in biblioteca l’ha rievocato dai meandri dei miei ricordi. Messer Lumen, sento che dev’esserci una qualche relazione fra i due scrigni>>.
<<Allora indagheremo in merito, milady>> le rispose lui riempiendole nuovamente il bicchiere di buon sidro.

Dopo aver consumato il caldo pasto, Jhoanna decise di far quattro passi per la cittadella. La gran mole di notizie acquisite quel giorno avevano creato non poca confusione nella sua mente ed una boccata d’aria fresca l’avrebbe aiutata a schiarirsi le idee. Lumen si offrì di farle compagnia. 
Giunsero nella piazza principale popolata ,a quell’ora della sera, da ben poche persone. Ivi si sedettero su di una panchina in freddo marmo.
<<Se posso esprimere la mia idea in merito, milady>> disse l’elfo con fare determinato, << credo che in primis sia opportuno accertarci che lo scrigno in possesso del vostro mentore sia effettivamente collegato in qualche modo al Wernyr, o se il simbolo in comune sia solo una mera coincidenza. Quindi, non resta che organizzarci per principiare il viaggio verso l’accademia>>.
<<No messer Lumen, meglio che mi ci rechi da sola. Temo che per voi sarebbe un rischio troppo elevato seguirmi in terre umane. In quanto elfo non esiterebbero ad attaccarvi. D’altronde, cosa potrà mai succedermi?>> disse lei sorridendogli.
<<Ora che abbiamo deciso di unire le nostre forze, non sussiste ragione alcuna per cui dovrei lasciarvi andar da sola. Piuttosto, considerando le vostre doti alchemiche, non vi è modo alcuno di celare il mio aspetto agli occhi dei vostri simili?>>.
<<Effettivamente, un modo ci sarebbe>> .


“…l’oggetto che attirò la sua attenzione fra le pagine del testo che stava consultando…”