giovedì 25 febbraio 2016

ALL'OMBRA DELLA LUNA - Storia di una strega mezzelfa (capitolo 5)

"Il disagio di Jhoanna: Zulvesh il discepolo della morte"

Era ormai scesa la sera. I due giovani erano stremati dalle forti emozioni della giornata, in special modo Jhoanna. Ermelinda mise a loro disposizione due camere che si trovavano accanto agli appartamenti privati di Toranus. Augurò la buona notte ai suoi ospiti e si congedò.

<<Cercate di riposare. Quest’oggi è stato intenso per voi e domani dovremo rimetterci in viaggio. Ci attendono all’incirca una decina di giorni di cammino per giungere nella foresta dove siamo diretti>>, disse Lumen rivolto a Jhoanna.
<<A proposito, non mi avete detto ancora nulla riguardo la nostra prossima meta e chi dovremo incontrare.>>
<<Non vorrei rovinarvi il sonno. Per adesso non pensateci. Vi prometto che domani ne parleremo. D’accordo?>>
Jhoanna annuì col capo.

<<Bene, adesso vi lascio riposare. Buona notte>>, la salutò sorridendo.

L’indomani mattina si alzarono alle prime luci dell’alba. Dopo aver consumato il primo pasto della giornata, salutarono i padroni di casa e si rimisero in cammino.

Avanzarono senza sosta per ore. Jhoanna, visibilmente ancora scossa per gli avvenimenti del giorno prima, era assorta nei suoi pensieri e non proferì parola per tutto il tempo. I morsi della fame cominciarono a farsi sentire, così i due giovani arrestarono il loro andare ed allestirono un piccolo campo di fortuna per rifocillarsi e far riposare i cavalli prima di poter riprendere il cammino. 

<<Siete stanca, lady Jhoanna? Volete riposarvi ancora un po’ prima di ripartire?>>, le chiese Lumen.
<<Vi ringrazio, sto bene>>, gli rispose sorridendo. <<Piuttosto, non dovevate parlarmi della persona con cui dovremo vederci?>>
<<Avete ragione. Una promessa è una promessa. Ma il racconto sarà lungo, quindi ritengo opportuno rimetterci in viaggio>>.

Rimessisi in sella, Lumen cominciò: <<Il luogo in cui siamo diretti è la foresta di Zakos. Pur non essendo molto vasta, è talmente fitta che i raggi del sole non riescono a penetrarvi, eccezion fatta per il cuore della stessa, in cui non vi sono alberi ma soltanto sassi, ammassi rocciosi e …>>, trasse un profondo respiro prima di continuare, <<la dimora di colui che dovremo incontrare>>.
<<È evidente che l’idea di imbattervi in questo individuo non vi aggrada sir Lumen. Per quale ragione? Chi è costui?>>
<<Il suo nome è Zulvesh, uno stregone dall’immenso potere, in grado di padroneggiare tutte le arti magiche, ma quelle in cui eccelle sono la negromanzia e la veggenza. Si narra che possa evocare lo spirito di qualsiasi defunto, a prescindere dal tempo trascorso dalla sua morte, e che riesca a vedere avanti e indietro nel tempo per secoli, leggendo passato e futuro come fossero libri aperti>>.
<<Ed è per questo che siamo diretti da lui, vero?>>.
<<Esatto milady. Grazie alle sue capacità probabilmente è l’unico in grado di fornirci qualche notizia in più su questo oscuro passato>>.
<<Dovete scusarmi, ma non riesco ancora a comprendere la ragione per cui non vi faccia piacere incontrarlo se può esserci di aiuto>>.
<<Dite così perché non conoscete la sua terribile fama. È tutt’altro che un uomo benevolo, i suoi immensi poteri sono pari alla sua malvagità. Per questo motivo è noto ai più come il discepolo della morte>>.

Pur non avendolo mai sentito nominare prima di quel momento, in Jhoanna scaturì una sensazione di forte disagio, che le fece correre un brivido lungo la schiena.

Il viaggio era ormai volto a termine. Lumen e Jhoanna arrivarono alla foresta di Zakos e si addentrarono nella fitta vegetazione. Pur essendo in pieno pomeriggio, sembrava di essere a sera inoltrata. Proseguirono a piedi, accompagnando a mano i destrieri. Mano a mano che avanzavano e raggiungevano il cuore della boscaglia, l’oscurità diminuiva ed il rossore del tramonto ne prendeva il posto.

Dopo aver camminato per un po', giunsero dinanzi alla dimora dello stregone. Esteriormente dava l’impressione di essere abbandonata da anni. Dalle finestre non trapelava neppure un flebile bagliore. Si guardarono intorno stupiti e delusi. 
<<Possibile che non vi dimori più qualcuno qui? Siete certo che il luogo sia questo, messere?>>, chiese Jhoanna all'elfo.

D'improvviso udirono le parole di un incantesimo alle loro spalle. La zona circostante cominciò ad illuminarsi: fu come se stesse albeggiando solo in quell’area. Si voltarono di scatto. Davanti a loro si prestava un uomo dal fisico alto e robusto. I lunghi capelli lerci e sciatti, neri come la pece, conferivano alla sua figura un aspetto selvaggio. Il suo sguardo, truce e penetrante, era come colmo di brace ardente. Indossava un'armatura in cuoio e metallo; sulle spalle un logoro mantello dalle rifiniture dorate. Armato di lancia e con un pugnale appeso alla cintola, la sua mano sinistra era ancora avvolta dal bagliore del sortilegio lanciato pochi istanti prima.

<<Chi siete voi? Per quale motivo avete osato addentrarvi nelle mie terre?>> disse l'uomo rivolto ai due giovani.
Lumen prese la parola: <<Siamo giunti fin qui perché avremmo bisogno di conferire con il famigerato Zulvesh. Siete forse voi?>>.
<<Sì, sono proprio io>>, rispose. <<Non apprezzo ricevere visite inaspettate, a meno che non si tratti di offrire i miei servigi in cambio di una ricompensa. Dunque, se avete  un qualche affare da propormi restate, altrimenti levatevi subito dai piedi!>>
L'elfo annuì con un gesto del capo.
<<Bene. Seguitemi.>>

I tre entrarono in quella dimora che pareva abbandonata. Lo stregone li condusse in una stanza buia. Ad un suo gesto il fuoco nel camino si accese ed illuminò in parte ciò che sembrava essere uno studio. Sulle pareti scaffali pieni di testi, alcuni dall'aspetto consunto e vecchio, bottiglie e recipienti vari, contenenti chissà quali sostanze. Sul tavolo di fronte a loro un alambicco per distillare pozioni e qualche libro.

<<Sedetevi>>, fece Zulvesh indicando loro delle sedie impolverate mentre si accomodava su di una poltrona sita dietro al tavolo. <<Ed ora ditemi, cosa può fare per voi questo “umile” stregone?>>.



"...la sua mano sinistra era ancora avvolta dal bagliore del sortilegio lanciato pochi istanti prima..."



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